«There are no dead, non ci sono morti», è solo una delle singolari iscrizioni poste su tombe e mausolei che accolgono i visitatori dello storico cimitero acattolico dell’isola azzurra. Un vero e proprio giardino della memoria, situato poco distante dalla piazzetta lungo la strada che conduce al porto, dove i protagonisti della Capri del Novecento continuano a vivere, alimentandone il mito e raccontandone le stravaganze. È qui che – vista golfo di Napoli – hanno trovato posto per il riposo eterno le signorine Wolcott-Perry, gli scrittori Norman Douglas e Raffaele La Capria, il barone Jacques Fersen, l’ufficiale Lord Algernon Gordon Lennox e la cantante Gracie Fields, solo per citarne alcuni.
Saidee e Kate Wolcott-Perry
Saidee venne improvvisamene a mancare per una crisi cardiaca e Kate, la sua amica del cuore, creò per lei un monumento che riproduceva una delle finestre della loro casa caprese, Villa Torricella, con i versi della loro poesia preferita incisi sui bordi. Saidee e Kate, tanto legate da unire i loro cognomi con un trattino, sono state tra le protagoniste della vita sociale isolana tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento con i loro leggendari pomeriggi tra tazze di te e gossip. Sepolte nel giardino della memoria di Capri non si lasceranno mai piú.
Norman Douglas
Anche lui ha voluto un’iscrizione per la sua tomba. «Omnes eodem cogimur», una citazione di Orario che ricorda che tutti ci rechiamo nello stesso posto. Lo scrittore inglese amava moltissimo l’isola azzurra, tanto da tornarvi più volte in diversi periodi della sua vita e da raccontarne in gran parte della sua bibliografia, che rappresentò un vero e proprio invito a visitare Capri, invogliati dalle sue parole. L’autore di Vento del Sud, che ha diviso il suo tempo caprese tra Villa Caterola e Tragara con gli amici Greene, Mackenzie e Cerio, è morto sull’isola nel febbraio 1952 dopo una lunga malattia – pare – per un’overdose intenzionale.



Raffaele La Capria
Premio Strega e autore – tra le altre cose – di “Ferito a Morte” e di “Capri non più Capri”, La Capria è stato uno dei più importanti scrittori e sceneggiatori italiani del Novecento. Dudu’, come era soprannominato, ha vissuto lunghi periodi sull’isola, acquistando una villa in quel della Torina (oggi in vendita per circa 10milioni di euro, secondo i bene informati) dove trascorreva l’estate, dividendo il suo tempo fra la famiglia e gli amici. Ed è qui, nel giardino della memoria, che per sua volontà riposa, al fianco degli artisti e del gotha intellettuale che ha contribuito al mito di Capri.
Jacques d’Adelswärd-Fersen
Anche il barone Fersen, uno dei personaggi piú noti e discussi della storia caprese, riposa nel cimitero acattolico di via Marina Grande. Il dandy francese morì il 5 novembre 1923, in circostanze poco chiare – un’overdose di cocaina e champagne – nella sua Villa Lysis, dimora in stile liberty sulla sommità di Tiberio, dopo una serie di scandali e pettegolezzi che costellarono tutta la sua vita, come la sua relazione con il giovane Nino Cesarini.
Lord Algernon Gordon Lennox
L’ufficiale britannico sbarca sull’isola quasi per caso: un debito di gioco per una partita a carte con il principe Giovanni Giudice Caracciolo di Luperano gli valse la proprietà di Villa Monte San Michele. Se Lennox non ama vivere stabilmente sull’isola, sua moglie Blanche se ne innamorerà perdutamente, tanto da trasformare la villetta vinta dal marito in una splendida dimora circondata da un rigoglioso giardino. Gordon Lennox fu stroncato da un attacco cardiaco durante una breve vacanza caprese. Sulla sua lapide, l’iscrizione “non ci sono morti” e una statua in bronzo di San Michele con la spada sguainata.


Gracie Fields
Una meravigliosa storia d’amore con i Faraglioni a fare da testimoni che continuò anche dopo la morte di lei. È quella vissuta da Gracie Fields con il suo terzo marito, Boris Alperovinci. La cantante inglese, che lanciò il beach club La Canzone del Mare, simbolo della dolce vita caprese, morí nel 1979 e fu seppellita nel cimitero acattolico, dove ogni giorno Boris si recava per pranzare sulla sua tomba, portando con sé due panini: uno per lui, l’altro per lei.
Quando visitarlo
Il cimitero acattolico è aperto tutti i giorni ma vi consigliamo di prenotare una visita guidata con una guida turistica esperta. La chicca per saperne di piú? Il libro edito dalla casa editrice La Conchiglia firmato da Dieter Richter e dedicato, appunto, al “giardino della memoria”.