Miti di Capri: Luisa Casati Stampa

Icona dell’alta società e trendsetter , la marchesa milanese è stata una delle figure più eccentriche e affascinanti a frequentare l’isola nel XX secolo.


Stravagante e teatrale, appassionata d’arte, regina del jet-set, Luisa Casati Stampa ha legato la sua vita all’isola azzurra, e più precisamente, a Villa San Michele, dove visse negli Anni Venti del secolo scorso. La sua esistenza si intrecciò con i mondi della moda, dell’arte e del lusso, rendendola icona di stile e simbolo dell’edonismo e della creatività del periodo Belle Époque e degli anni Venti in generale.

Chi era 

Nata nel 1881 a Milano, proveniva da una famiglia molto ricca: Luisa Adele Rosa Maria era figlia di Alberto Amman, un industriale di successo con radici austro-tedesche, e di Lucia Bressi, erede di una grande fortuna. Orfana di entrambi i genitori in giovane età, Luisa ereditò un immenso patrimonio che la rese una delle donne più ricche d’Italia.  Acquisì ulteriore notorietà e ricchezza grazie al matrimonio con il marchese Camillo Casati Stampa, dal quale ebbe il titolo nobiliare e una figlia, Cristina. Nozze che, pero’, non furono felici. Lei, spirito libero e ribelle, lui convenzionale e rigido, divisero le loro esistenze molto presto, senza ovviamente mai divorziare.

Musa & It-Girl del secolo scorso

Il suo stile di vita sopra le righe e il suo aspetto stravagante si accentuarono ancora di più dopo la separazione dal marito. Capelli tinti rosso fuoco, piume e trucco nero intenso per gli occhi, assieme ad abiti d’alta moda, divennero i suoi segni distintivi. A quel tempo, la Marchesa Casati viveva in quel di Venezia a Palazzo Venier dei Leoni, dove ogni giorno si rifugiavano artisti, scrittori e intellettuali, come come Giovanni Boldini, Man Ray e Kees van Dongen. Nella sua dimora – che oggi è sede della collezione Peggy Guggenheim – organizzava feste spettacolari dove si presentava con animali esotici, come ghepardi al guinzaglio o serpenti avvolti intorno al collo, rendendosi una vera opera d’arte vivente. Leggenda vuole che la famosa pantera di Cartier fosse ispirata a lei.

Da Venezia a Capri

Sebbene i racconti della vita della Marchesa Casati sono spesso ricondotti a Venezia e Parigi, c’è stata una parentesi caprese degna di nota durante la quale scelse Villa San Michele come buen retiro.  La dimora di Axel Munthe (che intanto si era trasferito a Torre Materia per motivi di salute), divenne il fulcro della vita sociale dell’eccentrica marchesa che, in gioventù, fu musa e amante dello scrittore Gabriele D’Annunzio e che a Capri amava frequentare i party di Jacques d’Adelswärd Fersen a Villa Lysis che spesso – pare – si tramutassero in orge. La Casati stravolse anche la casa di Munthe, arredando gli spazi secondo il suo stile e portando nel giardino leopardi da caccia, levrieri, gazzelle dorate e un gufo. Di lei resta una iscrizione “Oser Vouloir Savoir Se Taire” (osare volere sapere tacere), unica testimonianza del passaggio della Marchesa che, per i suoi eccessi, non fu ospite molto gradita di Munthe. 

Gli ultimi anni 

Le spese folli portarono la marchesa a dilapidare rapidamente la sua fortuna. Le sue abitudini includevano viaggi costosi, commissioni d’arte, abiti stravaganti e gioielli. Negli anni ’30, le sue finanze crollarono, costringendola a vendere molte delle sue proprietà, incluso il Palazzo Venier dei Leoni. Ridotta in povertà, Luisa trascorse gli ultimi anni della sua vita a Londra, vivendo in modestia e vestendo abiti usati. Nonostante le difficoltà, mantenne sempre la sua aria teatrale e il suo fascino. Morì il 1° giugno 1957, lasciando dietro di sé una leggenda di bellezza, eccentricità e sregolatezza.